Interrogazione per iniziative in merito alle situazioni di disabilità durante l’emergenza COVID-19

INTERROGAZIONE

Necessità di intervenire presso l’ULSS2 e la Regione del Veneto riguardo alla situazione dei disabili che non possono usufruire dei centri diurni e/o semiresidenziali a causa dell’epidemia COVID 19.

A causa della grave crisi sanitaria per COVID 19, da quasi due mesi sono chiuse le scuole dove sono inseriti alunni con disabilità gravi, che usufruiscono anche dell’assistenza fornita dall’ULSS, e da più di un mese sono chiuse le strutture diurne e/o semiresidenziali per minori e adulti con disabilità, con dipendenze e con disturbi di salute mentale, che sono il cuore dei servizi territoriali cosiddetti “diurni”, sociali e socio-sanitari, da sempre gestiti dalle ULSS su delega dei comuni.

Dall’inizio di questa grave crisi sanitaria le persone più fragili del nostro territorio gravano sulle famiglie, con un carico assistenziale supplementare che si somma alle difficoltà che queste famiglie già vivono.

Nel Decreto Legge “Cura Italia” 18/2020 agli artt. 47 e 48, si è previsto che durante la sospensione dei servizi educativi e scolastici e dei servizi sociosanitari e socioassistenziali richiamati dalla medesima norma, sia garantito lo svolgimento “avvalendosi del personale disponibile, già impiegato in tali servizi … di prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza o resi negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente” per far fronte all’emergenza.

“Le prestazioni convertite in altra forma, saranno retribuite ai gestori con quota parte dell’importo dovuto per l’erogazione del servizio secondo le modalità attuate precedentemente alla sospensione e subordinatamente alla verifica dell’effettivo svolgimento dei servizi” (art. 48).

Il Decreto precisa che “le pubbliche amministrazioni sono autorizzate” (quindi disinnescando qualsiasi sospetto di danno erariale) “al pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione, sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo” (art. 48). Sarà inoltre corrisposta un’ulteriore quota parte (seconda quota) per raggiungere la corresponsione di entità pari all’importo già previsto (100%), al netto delle eventuali minori entrate derivanti dalla sospensione del servizio (art 48 comma 2).

Le prestazioni convertite in altra forma permetteranno:

  • di assicurare, almeno in parte, un’assistenza dovuta alle persone con disabilità
  • di sollevare le famiglie interessate,
  • di non attivare la cassa integrazione per i dipendenti delle strutture che svolgono il servizio,
  • di utilizzare le risorse già finalizzate e integrate dal Decreto Legge,
  • di salvaguardare il prezioso sistema organizzativo, strutturale e professionale del Welfare nel nostro territorio.

Probabilmente il Comune di Pederobba si sta già attivando, con risorse e iniziative proprie per far fronte alla gravità del problema descritto, ma ci sembra opportuno adoperarsi per migliorare l’offerta di servizio.

Con la presente interrogazione, visto il perdurare della situazione di emergenza SI CHIEDE che il Sindaco:

  • si faccia promotore di iniziative volte a sollecitare le istituzioni per l’attuazione del Decreto.
  • si coordini con gli altri sindaci del territorio nella conferenza dei sindaci dell’ULSS, affinché la stessa solleciti la Regione Veneto a recepire con urgenza quanto contenuto nel Decreto,
  • così che la stessa Regione Veneto emani e invii alle ULSS territoriali chiare indicazioni, in modo da attivare al più presto i servizi “in altra forma”. Si chiede infine che delle iniziative comunali e territoriali venga data comunicazione ai capigruppo e comunque nel primo Consiglio Comunale utile.

Interrogazione del 18 Aprile 2020 – PDF

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